- Dallo sviluppo sostenibile al concetto di ESG
La nascita del concetto di sviluppo sostenibile
Oggi (per fortuna!) sentiamo spesso parlare di sostenibilità. È un tema affrontato dai ricercatori scientifici, dai politici, dai media, dagli attivisti e dai giovani, tra gli altri. Tuttavia, nonostante la sua popolarità, non tutti comprendono pienamente il significato. Oggi la sostenibilità è un argomento centrale, quasi dato per scontato, e ritenuto fondamentale quanto altri temi sociali di primo piano. Ma non è sempre stato così. I concetti moderni di sostenibilità e sviluppo sostenibile sono relativamente recenti, risalenti solo alla seconda metà del XX secolo.
Nel 1972, due eventi chiave gettarono le basi per l’interesse e la visibilità di tematiche che oggi rientrano nel concetto di sviluppo sostenibile e, più recentemente, nel mondo ESG (Environmental, Social, and Governance):
- La Conferenza di Stoccolma sull’Ambiente Umano.
- Il Rapporto “I Limiti dello Sviluppo” del Club di Roma.
La Conferenza di Stoccolma fu la prima conferenza delle Nazioni Unite dedicata all’ambiente, che riconobbe l’interconnessione tra sviluppo economico e protezione ambientale. Il Rapporto del Club di Roma, pubblicato nello stesso anno, avvertì che la crescita economica e demografica illimitata avrebbe portato all’esaurimento delle risorse naturali.
Questi eventi furono seguiti da un momento ancora più significativo per lo sviluppo di una coscienza sostenibile globale: la pubblicazione del Rapporto Brundtland del 1987, ufficialmente intitolato “Our Common Future”. Questo rapporto, redatto dalla Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo delle Nazioni Unite, introdusse e consolidò il concetto di sviluppo sostenibile rendendolo parte integrante delle politiche globali. Un concetto poi rafforzato da conferenze e accordi internazionali come il Vertice della Terra di Rio de Janeiro del 1992.
Il Rapporto Brundtland definisce lo sviluppo sostenibile come: “lo sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri”. Da quel momento in poi, lo sviluppo sostenibile è diventato una pietra angolare delle politiche ambientali e sociali, influenzando non solo la governance pubblica, ma anche settori economici e finanziari. Il rapporto gettò le basi per l’integrazione dei temi sociali e ambientali nei processi decisionali di governi e aziende, avviando una nuova fase nella lotta per la sostenibilità.
L’ESG e il rapporto “Who Cares Wins”
La definizione di sviluppo sostenibile del Rapporto Brundtland si concentrava sull’equilibrio tra esigenze economiche, sociali e ambientali, sottolineando l’importanza di garantire il benessere delle generazioni future. Tuttavia, il termine ESG, oggi largamente utilizzato nel mondo aziendale e finanziario per descrivere la sostenibilità aziendale, vide la luce ufficialmente solo più tardi.
Nel 2005, il concetto di ESG fu introdotto con il rapporto intitolato “Who Cares Wins”, pubblicato nell’ambito dell’iniziativa Global Compact delle Nazioni Unite. Questo rapporto suggeriva l’integrazione dei fattori ambientali, sociali e di governance nel settore finanziario per promuovere investimenti responsabili. Il rapporto Who Cares Winsspinse le imprese e gli investitori a considerare non solo il profitto economico, ma anche l’impatto delle loro attività su ambiente e società, dando vita al concetto di ESG che oggi è centrale nelle strategie aziendali e negli investimenti responsabili.
- Dall’ESG all’emergenza della gestione del carbonio
La E come prima e fondamentale lettera della sostenibilità.
La sostenibilità inizia quindi con una presa di coscienza dell’impatto antropogenico e della crescita demografica sull’ambiente. Non è un caso che, nonostante il concetto si sia evoluto nel tempo, la “E” sia la prima delle tre lettere del concetto di ESG. La sequenza riflette in modo strategico le tre principali aree di interesse che dovrebbero essere integrate nei processi decisionali di imprese e investitori:
- Fattori ambientali come il cambiamento climatico, l’uso delle risorse naturali, la gestione dei rifiuti, l’inquinamento e la biodiversità.
- Fattori sociali come i diritti umani, le condizioni di lavoro, la diversità, la parità di genere, le relazioni con le comunità locali e la sicurezza dei lavoratori e dei consumatori.
- Fattori di governance che garantiscono politiche aziendali efficaci, trasparenti e responsabili.
Non si può dare un valore assoluto a ciascuno di questi ambiti, poiché ognuno ha un’importanza relativa a seconda del contesto specifico. Tuttavia, è evidente come i temi ambientali emergano come la componente più urgente dell’ESG, soprattutto a causa delle minacce immediate poste dal cambiamento climatico e delle normative in continua evoluzione.
L’uomo e il riscaldamento globale
Ecco quindi, andando ancora più a fondo, che anche nell’ambito ambientale ci sono delle questioni che, se non più importanti, sono sicuramente più urgenti di altre, in particolare il cambiamento climatico. Sul piano della ricerca scientifica, i primi studi sull’effetto serra risalgono agli inizi dell’800, con Joseph Fourier (1824) che introdusse l’idea di un “effetto serra”. Successivamente, nel 1938, l’ingegnere britannico Guy Stewart Callendar, nella sua pubblicazione “The Artificial Production of Carbon Dioxide and its Influence on Temperature”, rese noto il legame tra le emissioni antropogeniche di CO₂ e l’aumento delle temperature globali.
A partire dalla seconda metà del XX secolo, la comunità scientifica dedicò maggiore attenzione ai cambiamenti climatici. Tra il 1950 e il 1960, grazie a studi come quelli di Gilbert Plass e alle osservazioni di Charles David Keeling (famoso per la Curva di Keeling, che monitora la concentrazione di CO₂ atmosferica), si accumularono prove solide del legame tra attività umane e cambiamenti climatici.
A seguito di tali evidenze, il cambiamento climatico iniziò a diventare un tema centrale anche nelle agende politiche globali. Già nel Rapporto Brundtland (1987) si sottolinea come il cambiamento climatico sia una delle principali sfide ambientali globali.
Si iniziano così a evidenziare e si rendono noti al grande pubblico i risultati già noti a livello scientifico delle relazioni tra riscaldamento globale causato dall’attività antropogeniche e i gravi effetti che questo può provocare sugli ecosistemi e sulle società umane.
IPCC: il contributo chiave della scienza climatica
Il principale attore che si dedica a divulgare le conoscenze scientifiche al grande pubblico è l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change). Fondato nel 1988 dalle Nazioni Unite e dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale, l’IPCC ha lo scopo di fornire ai governi un quadro scientifico chiaro sul cambiamento climatico e sui suoi impatti. Tra i rapporti più importanti si trovano:
- Il primo rapporto di valutazione (AR1) del 1990, che ha identificato il cambiamento climatico come una minaccia reale e potenzialmente pericolosa.
- Il rapporto del 2007 (AR4), che ha concluso che il cambiamento climatico è inequivocabile e che è molto probabile che l’aumento delle temperature globali sia causato dall’uomo.
- Il Rapporto speciale su 1,5°C (2018), che ha dimostrato come i rischi per la salute, gli ecosistemi e l’economia aumentino significativamente con un riscaldamento superiore a 1,5°C. Ha evidenziato che mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C, rispetto ai livelli preindustriali, ridurrebbe in modo sostanziale i danni climatici rispetto a un aumento di 2°C.
Emergenza Climatica e azione internazionale
Dopo la crescente consapevolezza scientifica, i paesi dell’ONU iniziarono a intraprendere azioni per limitare il riscaldamento globale. Il primo trattato internazionale giuridicamente vincolante per ridurre le emissioni di gas serra fu il Protocollo di Kyoto, adottato durante la COP3 (Conference of Parties) nel 1997. Questo accordo obbligava i paesi sviluppati a ridurre le proprie emissioni di gas serra, con obiettivi specifici.
Nel 2015, durante la COP21 a Parigi, si raggiunse l’Accordo di Parigi, un trattato storico in cui i paesi si impegnarono a limitare il riscaldamento globale “ben al di sotto dei 2°C”, con sforzi per mantenerlo entro 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. Questo segnò un importante passo avanti nella cooperazione internazionale per contrastare l’emergenza climatica.
L’Europa in prima linea: dal Green Deal Europeo alle normative recenti
Da questo momento in poi l’escalation europea è nota. Dal Green Deal europeo adottato nel 2019, che mira a rendere l’Europa il primo continente neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050, al “Fit for 55” il cui nome si riferisce all’obiettivo dell’UE di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 e che rafforza le misure di decarbonizzazione; l’Europa attraverso direttive e regolamenti ha intrapreso la sua battaglia per rispondere all’emergenza climatica.
Tra le normative più rilevanti per le aziende che fanno parte di questo impegno europeo si trovano:
- La Direttiva (UE) 2019/2088 (Sustainable finance disclosure regulation – SFDR), che obbliga gli operatori finanziari a divulgare come considerano i rischi di sostenibilità.
- Il Regolamento (UE) 2020/852 (Taxonomy regulation), che definisce quali attività economiche possono essere considerate sostenibili.
- La Direttiva 2014/95/EU (Non financial disclosure regulation – NFRD), che obbliga le grandi aziende a rendicontare le informazioni non finanziarie, tra cui i rischi legati al cambiamento climatico.
- La Direttiva (UE) 2022/2464 (Corporate sustainability reporting directive – CSRD), che sostituisce la NFRD e che standardizza ed estende l’obbligo di rendicontazione di sostenibilità.
- Il Regolamento Delegato (UE) 2023/2772 (European sustainable reporting standards – ESRS) che stabilisce i requisiti dettagliati per il reporting su temi ambientali, sociali e di governance (ESG), in linea con la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD).
- Il Regolamento (UE) 2023/956 (Carbon border adjustment mechanism - CBAM) che è uno strumento dell’Unione Europea progettato per prevenire la “rilocalizzazione delle emissioni di carbonio” imponendo un costo sulle importazioni di beni ad alta intensità di carbonio.
L’Europa punta alla decarbonizzazione e le aziende sono chiamate a divulgare la gestione dei propri aspetti di sostenibilità, allineandosi agli obiettivi climatici per il 2030 e il 2050. In questo contesto, il Regolamento Delegato (UE) 2023/2772 impone alle imprese di effettuare un’analisi di doppia materialità, uno strumento che identifica i temi di sostenibilità rilevanti per l’azienda e che devono essere comunicati. Tra tutti i temi di sostenibilità previsti dal requisito applicativo 16 dell’Appendice A dell’Allegato I, ce n’è uno che non può essere considerato non rilevante (salvo fornendo una spiegazione dettagliata dei motivi dell’esclusione): l’ESRS E1 Cambiamenti Climatici.
- Misura le tue emissioni di carbonio (Metatons ESG)
Misura con accuratezza, misura digitalmente, riporta dati attendibili
Come evidenziato nell’articolo “Il calcolo della carbon footprint delle aziende” di 17tons, il primo passo fondamentale per una corretta gestione del carbonio è la misurazione delle emissioni di gas serra della propria organizzazione. Tuttavia, il calcolo dell’impronta carbonica può risultare complesso per molte aziende, che spesso richiedono risorse, competenze aggiuntive o l’aiuto di consulenti esterni.
In questo contesto di emergenza climatica, obblighi normativi crescenti e sfide operative, entra in gioco Metatons ESG.
Metatons ESG è il software di carbon accounting sviluppato da 17tons S.B. a R.L. che supporta le organizzazioni nel monitoraggio, nella gestione e nella riduzione dei loro impatti ambientali. Non è solo un semplice calcolatore di emissioni, ma una piattaforma di gestione completa del carbonio aziendale, che assiste l’utente in tutte le fasi del carbon management: dal monitoraggio e calcolo delle emissioni, alla definizione di strategie di riduzione, fino alla gestione e comunicazione dei risultati.
Metatons ESG utilizza tecnologie avanzate, come modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM) per automatizzare il caricamento dei dati e un algoritmo intelligente che rende l’esperienza utente (UX) agile ed efficace. Il software si basa su fattori di emissione riconosciuti a livello internazionale, garantendo così un’elaborazione rapida dei dati e risultati estremamente precisi.
Progettato per adattarsi alle esigenze di qualsiasi tipo di azienda, inclusi i grandi gruppi multinazionali, Metatons ESG consente di gestire ogni filiale come un modulo separato, integrandoli tutti in una visione globale e coesa delle emissioni di carbonio dell’intera organizzazione.
Basato sul GHG Protocol e compatibile con la norma ISO 14064, il software è pensato per creare report dettagliati conformi alle normative ESG. Questo permette alle aziende di soddisfare i requisiti normativi, sia nazionali che internazionali, legati al calcolo e alla rendicontazione della carbon footprint, facilitando la comunicazione delle emissioni con autorità, investitori e stakeholder.
Se vuoi semplificare il processo di gestione delle emissioni e allineare la tua azienda agli standard internazionali di sostenibilità, Metatons ESG è la soluzione ideale. Grazie al suo approccio innovativo e alle tecnologie avanzate, potrai monitorare, gestire e ridurre le tue emissioni con precisione, garantendo trasparenza e conformità normativa.
Non perdere l’occasione di scoprire come Metatons ESG può aiutare la tua azienda a raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità. Richiedi una demo gratuita oggi stesso e inizia a fare la differenza per il futuro del pianeta!
Riferimenti principali:
“Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente umano”, Stoccolma 1972: https://www.are.admin.ch/are/it/home/sviluppo-sostenibile/politica-sostenibilita/agenda2030/onu-_-le-pietre-miliari-dello-sviluppo-sostenibile/1972–conferenza-delle-nazioni-unite-sullambiente-umano–stoccol.html
“The limits to growth”; Meadows D. H., Meadows D. L., Randers J., Behrens W.W. III, New York 1972: https://www.library.dartmouth.edu/digital/digital-collections/limits-growth
“Our Common Future”, United Nation, 1987: https://www.are.admin.ch/are/it/home/media-e-pubblicazioni/pubblicazioni/sviluppo-sostenibile/brundtland-report.html
“The artificial production of carbon dioxide and its influence on temperature”, Callendar G.S., 1938: https://rmets.onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1002/qj.49706427503
“Global climate changes as forecast by Goddard Institute for Space Studies three-dimensional model”, Hansen et al., 1988: https://pubs.giss.nasa.gov/abs/ha02700w.html
“Conferenza delle Nazioni Unite su ambiente e sviluppo, Vertice della Terra di Rio de Janeiro”, Rio de Janeiro, 1992: https://www.are.admin.ch/are/it/home/sviluppo-sostenibile/politica-sostenibilita/agenda2030/onu-_-le-pietre-miliari-dello-sviluppo-sostenibile/1992–conferenza-delle-nazioni-unite-su-ambiente-e-sviluppo–ver.html
“Who Cares Wins”, Swiss Federal Department of Foreign Affairs, United Nations, 2005: https://www.unepfi.org/fileadmin/events/2004/stocks/who_cares_wins_global_compact_2004.pdf
“Joseph Fourier, the ‘greenhouse effect’, and the quest for a universal theory of terrestrial temperatures”; Fourier, J., 1999: https://www.researchgate.net/publication/222288228_Joseph_Fourier_the_’greenhouse_effect’_and_the_quest_for_a_universal_theory_of_terrestrial_temperatures
Climate Change: The IPCC Scientific Assessment, IPCC (1990): https://archive.ipcc.ch/publications_and_data/publications_ipcc_first_assessment_1990_wg1.shtml
AR4 Climate Change 2007: Synthesis Report, IPCC (2007): https://www.ipcc.ch/report/ar4/syr/
SPECIAL REPORT, Global Warming of 1.5 ºC, IPCC (2018): https://www.ipcc.ch/sr15/
AR6 Synthesis Report: Climate Change 2023, IPCC (2023): https://www.ipcc.ch/report/sixth-assessment-report-cycle/
Altri riferimenti:
Curva di Keeling: https://www.researchgate.net/figure/Figura-1-La-curva-di-Keeling-concentrazioni-atmosferiche-di-CO-2-in-parti-per-milione_fig1_259174088
European Green Deal: https://commission.europa.eu/strategy-and-policy/priorities-2019-2024/european-green-deal_en
European Green Deal; https://ec.europa.eu/stories/european-green-deal/
“Fit for 55%”: https://www.consilium.europa.eu/it/policies/green-deal/fit-for-55/
EU Taxonomy: https://finance.ec.europa.eu/sustainable-finance/tools-and-standards/eu-taxonomy-sustainable-activities_en
NFDR: https://eur-lex.europa.eu/eli/dir/2014/95/oj
CSRD: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX:32022L2464
ESRS: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/HTML/?uri=OJ:L_202302772#d1e62-3-1
CBAM: https://taxation-customs.ec.europa.eu/carbon-border-adjustment-mechanism_en
CSDDD: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=OJ:L_202401760#d1e1322-1-1